MARFISI HEADQUARTER PER SAINT-GOBAIN ITALIA

Abstract 2020

#architetture marginali

Area di frangia urbana dove si intrecciano, a dissolvenza incrociata, i temi della periferia urbana, della percorrenza, del paesaggio industriale e della “strip commerciale” che a stento cercano di resistere alle dinamiche celeri di trasformazioni economiche e di regressione.

Il contesto è tipico di quei paesaggi quotidiani marginali che hanno lasciato ai piani regolatori la forza di generare volumi senza alcuna consapevolezza che nessuno li avrebbe mai usati.

La progettazione urbana di questo secolo ci ha lasciato una sovrabbondanza di spazi vuoti mai utilizzati e mai completati a cui si aggiungono gli ulteriori volumi recentemente abbandonati.

Credo che questo sia la rappresentazione dell’inadeguatezza di tutti i sistemi di governo dei territorio soprattutto quelli di carattere previsionale delle nostre città. Abbiamo la necessità di ripensare totalmente lo sviluppo urbano, e dobbiamo pensare ad un futuro che parametrizzi la qualità e l’innovazione sociale dei progetti.

Abbiamo la necessità di ibridare lo spazio pubblico con lo spazio privato ed è questo che siamo riusciti in parte a fare in questo progetto molto complesso.

La sede Marfisi nasce sul primo stabilimento e su ulteriori due volumi che erano destinati ad abitazioni del custode e industria di cartoni. Nati in epoche differenti il primo dei tre volumi è stato edificato prima ancora delle infrastrutture e pertanto nasce a ridosso della strada secondaria a cui si affianca un tracciato ferroviaro in via di dismissione. L’esigenza della ditta era quella di continuare a lavorare all’interno dello stabile originario e pertanto i lavori concessi per la rigenerazione dei luoghi è avvenuta sempre lasciando attiva tutta la produzione.

Progetto esposto e presentato al festival internazionale di Architettura da sempre ha tentato di connotare questi luoghi senza autori attraverso la sperimentazione contemporanea di un involucro ad identità permutabile, in cui si mescola la preesistenza a spazi fluidi che sembrano risentire di quel flusso di attraversamento continuo delle percorrenze quotidiane.

Identità dei luoghi e identità aziendale ha portato alla definizione del tweet caratteristico “sottovuoto architettura a lunga conservazione”.

Successivamente è stata studiata la texture che doveva traforare questo imballaggio architettonico che nasce dalla doppia esigenza di caratterizzare la facciata ma anche di risolvere l’eventuale effetto vela che potrebbe avere una superficie unica. Per tale motivo è stata studiata una texture immaginando delle foglie che traforassero l’involucro a rappresentazione della natura nella stagione autunnale.

Credits | Lorenzo Bartoli per Saint-Gobain Italia